Poverissima, evento open house fuori programma nell’art-week torinese.
Riprese: Simone Dipietro
Editing: Dario timpani
Poverissima è stata un’azione collettiva, un evento gratuito, uno spazio privato che diventa pubblico, una fotocopiatrice, molti fogli recuperati, persone sconosciute, artistǝ, disegnatorǝ, poetǝ, fotografǝ, vandalǝ, una stanza al primo piano, il 3 novembre a Torino in via Milano 13.
Che cosa è stata Poverissima? Da che cosa è nata? Che cosa è successo dalle ore 15:00 alle ore 23:00?
Per chi non fosse riuscitǝ a passare, sono state nove ore rumorose, affollate e partecipate. Più di 50 invitatǝ in line up e lǝ circa 1500 presentǝ hanno contribuito attivamente ad arricchire l’installazione producendo e fotocopiando in loco le opere originali: lasciandole così a disposizione di chiunque volesse prenderle. Non solo creativǝ che agiscono con i media visuali, Poverissima ha ospitato anche un’installazione sonora, poetǝ, scrittorǝ e performer.
Entrando al secondo piano della casa in via Milano, ex atelier di Michelangelo Pistoletto e oggi residenza privata, ad accogliere i visitatorǝ un’atmosfera modesta: mobili accatastati, un angolo bar improvvisato e un sorriso cordiale al banco autoproduzioni al quale lǝ creativǝ interessatǝ hanno potuto lasciare le loro opere in vendita durante l’evento. Entratǝ nel salone principale che ospitava le due installazioni, ci si trovava davanti a una distesa di fogli illuminati dall’alto e persone in terra: risme di carta sulle quali riposavano le opere dellǝ artistǝ invitatǝ e si mescolavano agli interventi dellǝ astantǝ che con pennarelli, matite e fogli puliti hanno lasciato il loro segno fotocopiando gli originali e depositandoli su una delle pile disponibili o creandone una apposita. In fondo alla sala invece Marco Isaias Bertoglio e Ginevra Naldini hanno prodotto e performato un’installazione creata dal campionamento di suoni del quotidiano mixandoli con rumori e voci campionati tra i presenti.
Il concept era molto semplice: opere accessibili e fruibili per tuttǝ: come unico limite il buon senso di lasciare la possibilità di goderne anche a chi arrivatǝ successivamente. Una fotocopiatrice in costante funzione ha instancabilmente ri-fotocopiato le opere esaurite e i nuovi interventi prodotti. Solo verso le nove di sera, all’esaurimento del toner, l’installazione ha cominciato a smagrirsi fino all’esaurimento di tutti i fogli.
Poverissima è stata animata dalla volontà di creare qualcosa di semplice, che navigasse al di fuori delle rotte commerciali e ormai stantie della settimana dell’arte Torinese in cui tutto si gioca sull’immagine e sulla commercializzazione del prodotto artistico. Non un atto di protesta, ma piuttosto il tentativo di creare un clima capace di promuovere forme di socialità differente, fondate sul reciproco scambio e confronto, al di fuori della dinamica economica e senza la necessità di consumare per esserci. Per questo tutto è stato all’insegna del risparmio o, possiamo dire, Povero: vino gratis, arte gratis, socialità gratis.
Poverissima è stato il primo evento pubblico di MoaiPress che proprio il 3 Novembre, per concomitanza casuale di eventi, nasce formalmente come Associazione di Promozione culturale con il nome di Moai A.p.s.
Proprio questo evento, nella sua semplicità, rappresenta in qualche modo la direzione che vorremmo prendere con l’associazione e con i nostri progetti: percorsi, idee e azioni accessibili, permeati nel contesto e svincolati dalla sola necessità economica. Ciò, ovviamente, non significa il non utilizzare denaro ma tentare di farlo sempre in maniera etica e consapevole, svincolandosi dal profitto fine a se stesso per concentrarsi sui risultati e sui percorsi.
Poverissima, a parere di chi l’ha vissuta, è stata anche tutto questo.

Torino, 2020 ©MoaiPress
Dopo l’evento è stata raccolta una selezione di alcuni lavori dellǝ artistǝ che hanno partecipato ed è stata realizzata una pubblicazione digitale liberamente fruibile e scaricabile.
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