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André Guerrilla SPAM

Segnali di vita / 4
WOC

Segnali di vita / 4
WOC
2048 2560 André Guerrilla SPAM

Ho intercettato segnali di vita: tracce di nuovi e interessanti creatori. Loro sono intorno a noi, vivi e vegeti, occorre solo accorgersene e avvistarli. Con questa rubrica vi suggerisco artisti1 da esplorare (come si esplora ogni nuovo mondo), vi propongo nuove visioni, traiettorie anomale che sorpassano i soliti nomi. Pronti per il viaggio, apriamo nuove vie.

WOC

Woc è un artista del nostro tempo e credo riesca ad esserlo perché vive sinceramente nel presente e, senza critiche o apprezzamenti, riflette la realtà che lo circonda. Woc è un esemplare raro che mescola cultura di massa a ricerca artistica raffinata: segue i programmi trash Mediaset, le vicende della famiglia Ferragnez e le sorti della nazionale di calcio; allo stesso tempo è anche un abile pittore, elegante nei colori, nelle composizioni e nelle scelte stilistiche. Questo incontro di opposti pare contraddittorio eppure, a ben guardare, è solo la controprova dell’autenticità di Woc.
Già nel 2014 dipingeva muri a spray sfocati in modo insolito; l’anno dopo partecipò a “Shit Art Fair”1 con il disegno di un personaggio seduto su un wc con in mano delle Hogan.
Nella sua ricerca i loghi dei brand tornano sempre: gli iconici baffi Nike si moltiplicano sui muri, ma stanno anche sui calzini che porta ai piedi, finiscono sul capitello dorico di un’installazione per poi tornare nella “Sneakers Series”2, piccoli disegnetti a matita o pennarello che riproducono i profili delle Air Max o delle Air Jordan. C’è una somiglianza con le immagini copiate dagli adolescenti nei diari, e proprio come in quelle, il disegno incarna un oggetto del desiderio.
La citazione è superata solo dalla creazione stessa di un nuovo brand: “Italia90”3, costruito nel tempo assieme ad altri autori. Anche nell’ideazione di capi e accessori di moda il meccanismo è identico: si basa sul collage, l’assemblaggio e la citazione. I tessuti multibrand generano giacchette e pantaloni in cui le texture di Gucci sono cucite di fianco a quelle di Fendi, una chimera in jeans che somma le identità4.
Con genuina coerenza Woc trasforma in arte i materiali che consuma quotidianamente, che siano questi i loghi di brand, i frame di YouTube o i tweet di Kanye West5. Lavora di citazione in citazione senza nessun interesse al riferimento colto, metaforico; è un citazionismo alla Wahrol che, utilizzando soggetti riconoscibili, spesso iconici, produce nuove immagini simboliche.
Con questo metodo Woc attinge, dal quel frullatore di contenuti visivi che è il web, a suo piacimento e in modo mirato: dalle immagini dei tifosi che gettano il motorino a San Siro a quelle della casa di Cogne o della Costa Concordia ribaltata, passando al barboncino di Berlusconi, sino alla bara di Wojtyla o a Chef Tony e i suoi coltelli. E poi ci sono i ritratti, numerosissimi: quelli in posa di Ronaldo, Steve Jobs, Kanye West, Mike Tyson o Myss Keta, e quelli rubati ai frame di cronaca (soprattutto nera): dall’arresto di Erika e Omar al cadavere di Cucchi.
In tutti questi casi disparati c’è sempre un dato comune, ovvero l’immagine che si eleva a simbolo: un momento (o un personaggio) iconico impresso nell’immaginario collettivo e riscritto nel suo ripetersi ossessivamente sugli schermi a nostra portata.
Così ad esempio, il dipinto della villetta di Cogne evoca simbolicamente il triste contesto seguìto all’omicidio di un bambino: il morboso racconto da parte di una stampa spudorata e ossessiva, le lacrime amare della Franzoni e il volto esaltato di Bruno Vespa in attesa di uno scoop possibilmente in diretta. Il metodo di Woc è lineare: attua sulle immagini un prelievo, poi una copia e infine una restituzione. Nella copia c’è una perdita studiata di dati superflui che non nuoce alla comprensione dell’immagine ma serve paradossalmente ad esaltare i dettagli necessari.
Osservare i suoi dipinti è come vedere un video a risoluzione 144p in cui le forme sgranano ma il significato ci è chiaro. Noi spettatori stiamo al gioco dell’artista e completiamo inconsapevolmente con la memoria le immagini sfocate di Woc, ci compiaciamo di averle riconosciute, ma non ci accorgiamo che tale nostro successo rivela anche tutta la familiarità con quel bombardamento mediatico fatto di immagini più o meno pop che fin da bambini abbiamo subìto: la nostra capacità di riconoscerle misura il nostro livello di esposizione.

A seguire un breve galleria di immagini.
Per approfondire: www.woc1.it

André Guerrilla SPAM
Membro del progetto Guerrilla Spam dal 2010. Oggi lavora nello spazio pubblico, in Italia e all'estero, con affissioni, muralismo, installazioni e performance. Tiene lezioni e workshop in scuole, accademie, comunità minorili, centri di accoglienza e carceri. Ha esposto in musei archeologici e musei d'arte moderna e contemporanea nazionali.

Segnali di vita / 3
SNEM

Segnali di vita / 3
SNEM
2000 1333 André Guerrilla SPAM

Ho intercettato segnali di vita: tracce di nuovi e interessanti creatori. Loro sono intorno a noi, vivi e vegeti, occorre solo accorgersene e avvistarli. Con questa rubrica vi suggerisco artisti1 da esplorare (come si esplora ogni nuovo mondo), vi propongo nuove visioni, traiettorie anomale che sorpassano i soliti nomi. Pronti per il viaggio, apriamo nuove vie.

SNEM

Snem è un artista che scansa le categorie: in questi anni ha sperimentato molti mezzi espressivi sino ad acquisire identità irriconoscibili. Molti lo ricordano per i suoi poster in bianco e nero e si chiedono come mai non faccia più quei disegni. È acqua passata. Mi domando perché non si chiede mai di cambiare agli artisti che per una vita dipingono la stessa cosa e ci si stupisce, invece, di chi muta e si rinnova.
Nel tempo Snem si è trasformato spesso, ma questo non può che essere un dato di salute della sua ricerca. Quando l’ho conosciuto nel 2014 in Portogallo attaccava i primi poster sui muri, si trattava di disegni con corpi sezionati dei quali si mostravano le interiora con la minuzia dell’illustrazione scientifica 1. Successivamente dai poster è passato alle installazioni: prima con scotch e carta stagnola, poi con rifiuti, scarti e materiali poveri, infine con le muffe. Così facendo si è liberato da percorsi ormai battuti in cerca di altro. Ha rifiutato il disegno realistico, il segno vettoriale, per andare verso l’informe e l’incontrollabile (considero i lavori con le muffe l’apice di tale ricerca). La sua scelta è stata estrema perché, in fondo, ha negato tutto quello che gli era stato insegnato, tutta la sua formazione.
Snem è attratto dal caso, da ciò che si forma da sé senza il controllo dell’uomo. Per questo cerca di dimenticare le doti da bravo pittore, le tecniche scolastiche e inventa nuovi strumenti difettosi e instabili fatti di assemblaggi assurdi che producono segni imprecisi, imprevisti.
Tale ricerca solitaria è da sempre affiancata a momenti collettivi di cui lo stesso Snem è stato artefice. Penso a Divergenze 2, rassegna di esposizioni in galleria e in strada, o al collettivo Leccolimoni, con il quale ha messo in piedi Numi Tutelari, una residenza artistica spontanea di cui è stato curatore 3. E infine i lavori in coppia, portati avanti con alcuni amici: nel 2017 con Frenulo ritinteggia di bianco una stanza definendo quel gesto un’opera (Scarpentoia 1810); nel 2021 con Rafael Wolanowski costruisce un aquilone gigante di stoffa in grado di staccarsi da terra solo per pochi metri, un oggetto apparentemente inutile, metafora del fallimento, esposto come una carcassa in un campo. Recentemente – sempre con Rafael – ha presentato un progetto di merchandising (Zimna Woda), che tratta temi come la violenza attraverso un immaginario che oscilla tra il crudo e l’adorabile 4. E poi la svolta “sonora”: è del 2021 Briciole nei Party, traccia prodotta da New Weird Italia, che Snem canta e accompagna visivamente con un video-collage in grado di riassumere tutta la sua estetica 5, seguita da Pieni di Problemi che conferma una presenza audio-video a tuttotondo 6.
Questo excursus ci mostra un artista eterogeneo e attento, scrupoloso eppure disposto a saltare nel vuoto, come lui stesso ha dichiarato «io voglio sempre andare solo in avanscoperta» 7.
Attitudine non facile da mantenere perché significa perseverare in una ricerca faticosa, spesso solitaria, resistendo alla pressione sociale che lo vorrebbe più comprensibile e meno complesso di quello che invece, fortunatamente, è.

A seguire un breve galleria di immagini.
Per approfondire: instagram snem.snem

André Guerrilla SPAM
Membro del progetto Guerrilla Spam dal 2010. Oggi lavora nello spazio pubblico, in Italia e all'estero, con affissioni, muralismo, installazioni e performance. Tiene lezioni e workshop in scuole, accademie, comunità minorili, centri di accoglienza e carceri. Ha esposto in musei archeologici e musei d'arte moderna e contemporanea nazionali.

Segnali di vita / 2
Noemi Vola

Segnali di vita / 2
Noemi Vola
1000 1333 André Guerrilla SPAM

Ho intercettato segnali di vita: tracce di nuovi e interessanti creatori. Loro sono intorno a noi, vivi e vegeti, occorre solo accorgersene e avvistarli. Con questa rubrica vi suggerisco artisti1 da esplorare (come si esplora ogni nuovo mondo), vi propongo nuove visioni, traiettorie anomale che sorpassano i soliti nomi. Pronti per il viaggio, apriamo nuove vie.

NOEMI VOLA

Una comune miopia nella visione del lavoro di Noemi Vola la vuole incasellata nel mondo dell’illustrazione, dentro confini netti che vanno dai libri per bambini alle grafiche per festival fino ai diari di scuola. Nulla di più parziale: a mio giudizio le opere veramente interessanti di Noemi stanno ai margini di tutto ciò, nei disegni spontanei a matita o pennarello, nei muri a spray delle fabbriche abbandonate, nelle micro sculture di pongo, nei pupazzi scuciti e riassemblati come dei frankestein-giocattolo.
Recentemente si è spinta oltre: ha preso le sue creazioni tridimensionali di pongo e le ha schiacciate, trasformando quelle figure simpatiche in inquietanti fantasmi. Tale gesto non è solo un esperimento ludico: è un affermazione di libertà e autonomia verso il mondo (e il mercato) dell’illustrazione che richiede sempre immagini “carine e presentabili”, ironiche ma non irriverenti, provocatorie ma mai sprezzanti, piacevoli e, ovviamente, vendibili. Noemi, con gesto rivoluzionario, distrugge i suoi pupazzi e con essi le aspettative altrui, affiancando al suo percorso editoriale riconosciuto un sentiero di esperimenti freschi in libertà.
Queste creazioni, considerate secondarie da pubblico e critica, svelano una complessità che manca ad altri tiepidi illustratori e mostrano un’artista a tutto tondo che produce anche illustrazioni, ma non solo. Noemi non disegna carta da parati ma racconti per immagini complesse, sarcastiche, divertenti, riflessive. Dagli insetti agli alieni, le sue creature vivono storie buffe e goffe, dense di imprevisti, sorprese, ma soprattutto inciampano in interrogativi: domande semplici o esistenziali che di riflesso sono poste a noi.
Un lombrico triste rimpiange di non essere nato elefante, delle margherite ubriache hanno sbalzi d’umore di gruppo, dei bruchi sperduti non sanno dove andare (ed è evidente che la strada smarrita è quella della loro esistenza). Noemi vuole farci immedesimare in loro perché, in fondo, i problemi di un fiore o di un insetto potrebbero essere anche i nostri. Tutto il suo lavoro è un invito alla comprensione di chi è diverso per cercare poi di capire noi stessi. E la comprensione è seguita dall’azione: occorre compiere una scelta, decidere da che parte stare. Noemi lo fa da sempre, nella sua vita privata e in quella di artista. Segue i suoi miti ribelli, dai Mumin a Pippi calzelunghe, e ci suggerisce di diventare come loro.

A seguire un breve galleria di immagini.
Per approfondire: www.noemivola.com

André Guerrilla SPAM
Membro del progetto Guerrilla Spam dal 2010. Oggi lavora nello spazio pubblico, in Italia e all'estero, con affissioni, muralismo, installazioni e performance. Tiene lezioni e workshop in scuole, accademie, comunità minorili, centri di accoglienza e carceri. Ha esposto in musei archeologici e musei d'arte moderna e contemporanea nazionali.

Segnali di vita / 1
Aero Solero

Segnali di vita / 1
Aero Solero
1004 698 André Guerrilla SPAM

Ho intercettato segnali di vita: tracce di nuovi e interessanti creatori. Loro sono intorno a noi, vivi e vegeti, occorre solo accorgersene e avvistarli. Con questa rubrica vi suggerisco artisti1 da esplorare (come si esplora ogni nuovo mondo), vi propongo nuove visioni, traiettorie anomale che sorpassano i soliti nomi. Pronti per il viaggio, apriamo nuove vie.

AERO SOLERO

Aero Solero è un silenzioso costruttore di universi. Occorrono sguardo acuto, pazienza e curiosità per comprendere i mondi che in questi anni ha materializzato su fogli, tavole e muri. Occorre anche molto tempo di visione (quindi prendetevelo) per capire lo spessore di questi mondi: sono stratificazioni di segni che compongono costellazioni. Ho sempre pensato che osservare i disegni di Aero Solero sia un po’ come osservare la volta celeste. I suoi punti sono distesi sul foglio piatto ma hanno diverse intensità e “distanze” proprio come le stelle sulle nostre teste.
Aero Solero lavora quotidianamente ai suoi universi. Li costruisce segno dopo segno, minuziosamente, lasciandoli espandere in modo spontaneo; alcune volte s’interrompe e riprende il lavoro nei giorni seguenti. Niente bozzetti o linee guida, le composizioni nascono da un primo punto che, come un motore immobile, genera nuove galassie in grado di espandersi e restringersi autonomamente sino a uno stato finale di equilibrio.
Questi mondi sono conservati in raccoglitori che mostra di rado: pochissime persone li hanno potuti sfogliare, restano nella sua stanza, in una piccola collezione di universi che chissà se mai deciderà di mostrare al pubblico.
Ad uno sguardo superficiale, la ricerca di Aero Solero s’inserisce in una scia ben precisa che va dall’espressionismo astratto al post-graffitismo, strada ampiamente percorsa da tanti negli ultimi anni, ma ad un’osservazione attenta si comprende che il suo percorso è del tutto anomalo, personale e non confrontabile: passa dai piccoli disegni a matita alle installazioni tridimensionali, dai dipinti a spray sfocati alle nette composizioni digitali. Salta con libertà da un filone all’altro, ci illude di seguire una strada ma poi, di colpo, la abbandona per un’altra.
Con questo volo irregolare prosegue la sua ricerca, senza fare rumore o produrre clamori, come tutte le cose preziose che prendono forma in silenzio mentre pochi se ne accorgono.

Il processo creativo di Aero Solero può essere intuito dal video “tratti-dis-tratti” (Sergio Pontillo, 2021).

A seguire una selezione di immagini.

Per approfondire -> Aero Solero

André Guerrilla SPAM
Membro del progetto Guerrilla Spam dal 2010. Oggi lavora nello spazio pubblico, in Italia e all'estero, con affissioni, muralismo, installazioni e performance. Tiene lezioni e workshop in scuole, accademie, comunità minorili, centri di accoglienza e carceri. Ha esposto in musei archeologici e musei d'arte moderna e contemporanea nazionali.

NO

NO 1080 716 André Guerrilla SPAM

Inizio a scrivere dicendo “NO”. In realtà è un inizio propositivo, che nel suo negare qualcosa intende promuovere altro. Consapevole della parzialità del mio parere, voglio fare un elenco di cose che, nell’ambito del dipingere in strada, non tollero più.

L’elenco si riferisce in particolare al mestiere del muralista, cioè di colui che, con una commissione pubblica o privata, dipinge un muro di una città. La mia invettiva non nasce oggi e di certo non si concluderà domani; sono rassegnato al fatto di dover ancora, ancora e ancora, ripetere questa lista di “NO”, occasione dopo occasione, ribadendo a infinite persone in infiniti contesti questi stessi motivi. Non importa, va bene così, continuerò a farlo con l’auspicio che tanti altri, amici e colleghi, si uniranno a me nel dire “NO”. Cominciamo.

1. Un artista non deve essere pagato in “visibilità”.
Non occorre particolare acume per comprendere che la strada, in quanto spazio pubblico, garantisce di per sé visibilità. Promettere visibilità a un muralista è come offrire mele a un fruttivendolo. Quindi, se vi offrono una sorprendente visibilità, invece che pagarvi, dovete dire “NO”.

2. Un artista non deve essere pagato meno di un imbianchino.
Non che il lavoro del pittore valga di più, ogni mestiere ha la sua dignità; tuttavia il muralista, oltre al fondo, dipinge “altro” sopra. Sarebbe come andare in pizzeria e pagare una pizza farcita meno di una margherita. Ma incredibilmente, spesso, questo accade: i muralisti sono pagati meno degli imbianchini perché, si sa, loro lo fanno per passione (!). Capita così di dipingere facciate pagati 3 o 4 euro al metro quadro, quando un imbianchino ne prenderebbe minimo 10. Se quindi vi propongono un tale contratto ricordate ai vostri committenti quanto gli costerebbe un imbianchino e poi ditegli “NO”.

3. Un artista non deve essere scelto in base al preventivo di un lavoro.
State scegliendo un impresa di pulizie? No! Il lavoro artistico certamente non si valuta con un preventivo economico al ribasso, a chi offre di meno. Dovrebbe questo essere l’ultimo dei criteri di valutazione, perché il lavoro intellettuale e materiale di un artista si calcola secondo parametri ben più complessi. Se vi chiedono un preventivo specificando che vincerà il più basso, rispondete “NO”.

4. Un artista non deve essere obbligato a presentare il bozzetto (perlomeno, non deve essere questo un criterio essenziale per essere scelto).
Il bozzetto può aiutare a capire le possibilità di quel che si dovrà realizzare, tuttavia sarebbe professionale scegliere un artista in base al corpus dei suoi lavori precedenti, al suo stile, al suo modo di relazionarsi in un contesto e alla sua progettualità. Quello tra artista e committente è un rapporto delicato di fiducia che, presentando un bozzetto, viene stroncato in partenza (va aggiunto che spesso molti committenti non sanno comprendere i bozzetti degli artisti, quindi tale mossa si rivela persino inutile). Se vi chiedono obbligatoriamente un bozzetto prima di affidarvi un lavoro rispondete “NO, guardatevi il mio portfolio”.

5. Un artista non deve essere scelto da una giuria popolare.
Lo so che piace tanto fare questi contest online in cui vince chi prende più voti, oppure quelle sfide tra artisti in cui gli abitanti del quartiere votano il migliore. Queste gare, che siano cyber o paesane, sviliscono la professionalità dell’artista e quella di tutti coloro che studiano o fanno ricerca in tale ambito.
Un esempio facile: quando viene l’idraulico a casa vostra vi mettete a disquisire su quali tubi e guarnizioni debba usare? Non credo, al massimo gli offrite un caffè e aspettate che finisca. Questo perché si presume conosca il mestiere meglio di voi, che di tubi e guarnizioni non sapete niente. È il meccanismo di fiducia nella professionalità altrui, accompagnato dalla consapevolezza della propria incompetenza in un certo ambito. Ecco, questo accade ovunque, meno che in ambito artistico. Di arte tutti parlano, giudicano e disquisiscono, perché, si sa, il “gusto è soggettivo”. Ottimo. Questo finché decidete il colore del vostro divano, ma non se si realizza un’opera pubblica. Per tali cose esistono professionisti che, dopo aver studiato anni, dovrebbero essere in grado di compiere scelte complesse, meglio di una giuria popolare alla Sanremo.
Per questo, le giurie popolari umiliano il mestiere dell’artista. Occorre dare fiducia a chi “sa”, affidarsi ad un esperto d’arte come ci si affida all’idraulico.
Riconoscere la professionalità altrui è il primo passo per migliorare la condizione di artisti, studiosi o ricercatori d’arte di ogni genere. È il primo passo per non indire una giuria popolare, per non farne parte e per non essere giudicati da essa. Se vi comunicheranno quindi che il vostro lavoro è valutato da una giuria popolare, social o in carne e ossa che sia, ditegli pure “NO”. E questa volta arrabbiatevi.

André Guerrilla SPAM
Membro del progetto Guerrilla Spam dal 2010. Oggi lavora nello spazio pubblico, in Italia e all'estero, con affissioni, muralismo, installazioni e performance. Tiene lezioni e workshop in scuole, accademie, comunità minorili, centri di accoglienza e carceri. Ha esposto in musei archeologici e musei d'arte moderna e contemporanea nazionali.
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